Conservare l'idrogeno in blocchi di ghiaccio per poterlo usare come produttore di energia. È una possibile soluzione per risolvere il problema della costruzione di serbatoi adatti alla conservazione dell'idrogeno, ostacolo principale all'uso di questo gas come vettore energetico, per esempio come carburante per le auto. Su larga scala, infatti, non è praticabile l'uso di bombole, né di serbatoi criogenici. Prendendo spunto da come le spugne trattengono l'acqua nei loro pori, i ricercatori dell'Istituto dei sistemi complessi di Firenze, hanno iniziato a studiare i i clatrati-idrati di idrogeno. Si tratta di ghiaccio in cui le molecole di idrogeno restano intrappolate. Contenendo solo idrogeno e acqua, sono paticolarmente "puliti" per l'ambiente. Nell'esperimento proposto i visitatori osservano un campione di clatrato che, scaldato poco sopra la temperatura dell'azoto liquido, rilascia gradualmente piccole quantità di idrogeno, il quale a sua volta produce energia elettrica necessaria per alimentare una cella a combustibile. Alla cella a combustibile, a cui arriva il gas, sono connessi due fili elettrici che alimentano un piccolo ventilatore giocattolo.
A cura di
Lorenzo Ulivi, CNR, Istituto dei Sistemi Complessi, Firenze
Note
Si ringrazia SOL group per la fornitura di azoto liquido.