Sin dal 1957, con lo Sputnik, gli uomini hanno lanciato strumenti esplorativi nello spazio. Questi oggetti spaziali hanno immagazzinato un numero enorme di dati e di immagini relativi ad altri mondi, rivelando frontiere sempre più avanzate. Il giornalista e fotografo americano Michael Benson ha riunito per la prima volta le più spettacolari testimonianze visive delle pluridecennali esplorazioni dei "confini raggiungibili" dello spazio. La mostra, realizzata nell'Anno Internazionale dell'Astronomia, ci rivela come la scienza moderna abbia saputo mettere in luce l'incredibile bellezza, ma anche il mistero, dell'Universo. Al centro della sala, un'installazione interattiva di Norimichi Hirakawa, Plaything for the Great Observer at Rest - Prix Ars Electronica 2008 per larte interattiva - ispirata alla tradizione dei modelli meccanici del sistema solare del XIX secolo, propone un modello semplificato di sistema solare in cui compaiono soltanto il Sole e la Terra. Il pubblico può interagire con il modello, cambiando la velocità di rotazione e di rivoluzione del nostro pianeta o variando linclinazione dellasse di rivoluzione. La sfera che rappresenta la Terra ha le stesse dimensioni di quella che rappresenta il Sole: il pubblico può cambiare il proprio punto di vista, passando da un modello eliocentrico a un modello geocentrico e viceversa.
Le suggestioni visive proposte da Beyond. Visions of Planetary Landscapes rivivono e si amplificano nel concerto di Stefano Bollani, Piano siderale, evento a cui la mostra è collegata.
A cura di
Michael Benson
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