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Il futuro delle donne, i futuri della donna

Nell’affascinante cornice dell’Aula Polivante San Salvatore, Fabio Pagan conduce l’acceso dibattito Il futuro delle donne, i futuri della donna: incontro tra Lucetta Scaraffia, docente di Storia Contemporanea presso l’Università “La Sapienza” di Roma e Nicla Vassallo, docente di Filosofia Teoretica alla Facoltà di Lettere dell’Università di Genova. “La scorsa settimana cinque dei tredici premi Nobel assegnati sono stati riconosciuti a donne: Elizabeth Blackburn e Carol W. Greider per la Medicina, Ada Yonath per la Chimica, Herta Müller per la Letteratura e Elinor Ostrom per l’Economia. Credo che questo risultato sia considerato un traguardo importante da due storiche femministe come voi”. Nicla Vassallo si dimostra scettica: “A Palazzo Ducale c’è una mostra fotografica dei premi Nobel per la fisica, regina delle scienze per antonomasia: sono tutti uomini”.

Il concetto di femminismo, secondo Lucetta Scaraffia va declinato al plurale, sia da un punto di vista storico sia etimologico: “Rivendico il ruolo del femminismo nel passato e il ruolo del femminismo di oggi. Il femminismo si articola in due categorie principali: delle differenze e dell’uguaglianza. Il primo tende a valorizzare la diversità rispetto al genere maschile e chiede l’ingresso nell’universo degli uomini mantenendo la diversità. Il secondo preme per la consacrazione del ruolo delle donne”. Nicla Vassallo ha da poco pubblicato Donna m’apparve, libro che evidenzia ulteriori distinzioni: si può parlare per esempio di un femminismo laico e di un femminismo cattolico. A venir meno è l’elaborazione teorica del concetto, mentre di continuo si assiste a scontri su temi di attualità. Lucetta Scaraffia sostiene che oggi ci sia una grande confusione sul concetto di dignità femminile:“Il dibattito sull’introduzione della pillola RU486 scatena posizioni non semplificabili con la manichea distinzione tra abortiste e antiabortiste”. Ciò che mortifica Nicla Vassallo è la costanza di episodi di cronaca che descrivono donne vittime di violenza fisica e che colpiscono qualsiasi tipo di femminismo provocando un senso d’impotenza. La docente di storia contemporanea ricorda che: “La rivoluzione femminista è stata l’unica tra le grandi rivoluzioni del ‘900 ad essersi imposta; è stata una rivoluzione velocissima, ed è per questo che viene assimilata a fatica. Gli uomini che non la comprendono si trovano spiazzati e reagiscono male. L’emancipazione femminile deve essere digerita”.

Spesso l’opinione pubblica si lamenta dello scarso numero di donne in politica, la Scaraffia prende le distanze: “Io credo che sia colpa nostra, semplicemente non abbiamo voglia di impegnarci in politica. La politica ti ruba la vita, ti mangia l’esistenza, sei costretta a partecipare a riunioni notturne. Se io vivessi in un paese del Nord Europa, potrei pensare a impegnarmi in politica: lì le riunioni terminano alle diciotto”.

Il dibattito si accende su questo punto: donne e politica. ”E’ scontato e inutile prendersela con il Presidente del Consiglio; io mi arrabbio con Noemi e con la D’Addario” insorge Lucetta Scaraffia che rincara la dose: “Qui non si parla di prostituzione coercitiva, loro avevano tutte le possibilità e hanno deciso di mercificare il loro corpo: una triste deriva dell’emancipazione femminile. E ancora più grave è che queste donne ricevano accettazione e affermazione sociale”.

Fabio Pagan ricorda le figure femminili più importanti della storia recente: Margaret Tatcher, Indira e Sonia Gandhi, Condoleeza Rice, Hillary Clinton e Angela Merkel. “Le grandi figure femminili della politica non sono peculiari del nostro recente passato: pensiamo a Caterina de Medici, Elisabetta I e Elisabetta II. Spesso le donne che interpretano grandi ruoli istituzionali finiscono per assumere un modo di essere maschile” ammonisce Nicla Vassallo. La filosofa spiega il richiamo alla visione dantesca da cui prende il titolo il suo libro “Nella Divina Commedia ci sono molte figure femminili: ovviamente il verso E donna m’apparve si riferisce a Beatrice, la donna angelicata, la donna di Dante. Interessante è notare che le altre donne della commedia, Chiara d’Assisi e l’imperatrice Costanza, siano state vittime di sopraffazione maschile”. La compassione, il rispetto e l’amore che Alighieri esprime nei confronti delle sue figure femminili è stato fatale per l’autrice e conclude: “Dante toglie il velo a Beatrice e versa lacrime per lei, sentimenti oggi ancora rari”.

Genova, 24 ottobre 2009

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