Festival della Scienza

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Luce dalle stelle, quando la fisica diventa spettacolo

Le stelle, la luce e i misteri del cosmo sono uno spettacolo cui l’uomo assiste meravigliato da quando ha messo piede nell’universo; quattro scienziati l’hanno trasformato in una commedia. Il pomeriggio di martedì 27, al Teatro della Tosse (con replica mercoledì 28 ottobre) è andato in scena Luce dalle Stelle, conferenza spettacolo con protagonisti gli scienziati Marina Carpineti, Marco Giliberti, Nicola Ludwig e Stefano Sandrelli. I tre astrofisici accompagnano il pubblico in un viaggio sospeso tra i segreti della luce e le proprietà dei raggi infrarossi, il telescopio di Galileo e la luminosità delle stelle. Questa lezione ha una morale: fondamentale per chi si avvicina alla scienza è diffidare di tutto quello che gli viene raccontato. Il divulgatore, infatti, ha la facoltà di ingannare il suo interlocutore, spesso debole perché poco esperto in materia.

Suggestive immagini di nebulose, una primavera su Nettuno, la stella Eta Carinae, l’Omega Centauri, una collisione tra galassie e ancora un’aurora su Saturno e le sue tre lune danno il via allo spettacolo. Il professor Marco Giliberti tenta di indottrinare il pubblico: “La luce che arriva sulla terra proviene dalle stelle, corpi caldi che emettono luce, attraverso un’esplosione di nucleoni che avviene quando la temperatura scende al di sotto di 20 meV ed entra in gioco la statistica di Bossman” ma viene bruscamente interrotto dai due colleghi Marina Carpineti e Nicola Ludwig: “Abbassa il livello, non siamo a un convegno di astrofisica”. Ma Marco insiste nel voler scrivere l’equazione di bilancio che da vita all’Elio. Marina prende in mano la conversazione: “La luce delle stelle non è fissa, ma a causa della presenza dell’atmosfera, lampeggia”. Per non annoiare il pubblico i tre divulgatori passano alla dimostrazione pratica: proiettando un laser che simula la luce attraverso un vetro smerigliato, l’atmosfera, il risultato è una distesa di macchioline verdi (in gergo sparkles), le stelle ; muovendo il vetro queste macchie si accendono e spengono, Ma esistono le stelle verdi? Ovviamente no. L’esperimento rappresenta i limiti che la fisica ha nel rappresentare il mondo.

Isaac Newton ci ha aiutato a studiare le proprietà della luce: proiettando un fascio di luce bianca su un prisma, sullo schermo appare la scala di colori. Marco Giliberti va oltre e attraverso il diagramma di Hertzsprung-Russell, spiega la relazione tra luminosità apparente della stella e temperatura: “Come vediamo nella scala dei colori blu, verde, giallo, rosso la temperatura aumenta e il colore cambia”. Anche il Sole tra cinque miliardi di anni cambierà colore, diventerà una gigante rossa, inghiottendo la Terra e Mercurio. “Ma come sarebbe la nostra vita se il sole fosse una gigante rossa?” chiede Marco Giliberti. “Un mondo a luci rosse” risponde Nicola Ludwig, quando un fascio di luce rossa lo illumina e lui improvvisa uno spogliarello.


Marina Carpineti riporta ordine. Grazie a una telecamera a raggi infrarossi i tre scienziati fanno esperimenti di conversione cinetica: la camicia nera dei due dottori è diventata bianca come il loro camice. Dopodiché Ludwig, grande esperto d’arte, mostra come, illuminando di infrarossi alcune opere d’arte, i quadri vengano spogliati e sia possibile vedere il disegno prima che venisse passato il colore.

Dopo varie telefonate ai colleghi, ecco arrivare il professor Stefano Sandrelli, responsabile del Gruppo di Divulgazione e Didattica dell’Istituto Nazionale di Astrofisica, che finge di aver avuto un ritardo a causa della sua alta carica ed esordisce raccontando la storia del primo strumento ideato per amplificare i sensi dell’uomo: il telescopio di Galileo Galilei. ”Nel 1500 il paradigma tolemaico, quello dominante, separava la Terra, dove tutto era mobile e mortale, dall’universo, emanazione della divinità e dell’infinito. Nell’anno 1604, mentre Keplero osservava il cielo si accorse di una nuova stella; anche Galileo la scorse. E così nacque un paradosso: come faceva a esserci una nuova stella nell’universo dove nulla si muove? Cinque anni dopo Galileo venne a conoscenza del fatto che un fiammingo utilizzava dei vetri per avvicinare le cose distanti alla vista. A quel punto propose al Doge di Venezia di potere approfondire lo studio su queste lenti” Così inizia la storia della costruzione di uno strumento che ha stravolto le vecchie credenze e dato vita al sistema copernicano.

Al termine dello spettacolo i quattro attori-divulgatori ammettono di aver detto delle inesattezze. Un esempio è il diagramma di Hertzsprung-Russell. La temperatura in realtà va decrescendo rispetto allo schema: le stelle azzurre infatti sono più calde mentre le rosse e le gialle più fredde. La fisica va oltre la temperatura. Gli autori hanno giocato sul ciclo d’autorità, spiazzando il divertito pubblico del Festival della Scienza.

Genova, 27 ottobre 2009

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