Esistono ancora animali sconosciuti da scoprire, misteri zoologici da risolvere?
La mostra offre un'attenta panoramica sulle creature più strane, leggendarie e meno conosciute del nostro pianeta, osservate attraverso la lente di una nuova e interessante disciplina ancora poco diffusa in Italia: la Criptozoologia. Concepita per la prima volta nel 1959 dal geniale scienziato Bernard Heuvelmans, e fondata ufficialmente nel 1982 negli Stati Uniti per spaziare al di là delle frontiere tradizionali della zoologia classica, essa si occupa dello studio di specie animali di cui si presume l'esistenza attraverso prove circostanziali, oppure di specie che sono generalmente considerate estinte, ma di cui ci siano alcuni possibili avvistamenti.
La Criptozoologia infrange uno dei tabù più consolidati: l'idea, cioè, di aver già scoperto tutta la fauna sconosciuta esistente sulla Terra.
Protagonisti dell'esposizione saranno l'okapia (Okapia johnstoni) descritta nel 1901, il geco gigante neozelandese (Hoplodactylus delcourti), estinto, studiato nel 1986, l'ippopotamo pigmeo (Hexaprotodon liberiensis), scoperto nel 1913; e poi degli animali di cui la voce popolare tramanda l'esistenza, senza che ce ne siano prove scientifiche, come le piovre gigantesche, i calamari giganti, i serpenti marini negli oceani, i presunti mostri viventi nei laghi settentrionali di vari Paesi tra cui Scozia (famoso fra tutti Loch Ness), Irlanda, Svezia, Unione Sovietica, Canada e Stati Uniti d'America e tanti altri ancora.
Riuscirà l'indagine criptozoologica a far luce su questi enigmi zoologici, ancora avvolti dal più profondo mistero?
A cura di
Paolo Degiovanni, Lorenzo Rossi
Note
Lunedì 26 ottobre le visite termineranno alle 16.00 per dare spazio alla
conferenza collegata alla mostra.