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Premi IgNobel, quando la scienza fa (anche) sorridere

In una Sala del Maggior Consiglio gremita all’inverosimile è andato in scena l’ormai tradizionale appuntamento con gli IgNobel Prizes. Marc Abrahams, direttore degli Annals of Improbabile Research, introduce la serata: ”Ogni anno al Sanders Theatre di Harvard vengono assegnati i premi alle ricerche più stravaganti nelle varie discipline: questi esperimenti in un primo momento fanno ridere… dopo un po’ di tempo, fanno anche pensare”. Gli IgNobel Prizes del 2009 sono stati assegnati un mese fa, il tema di quest’edizione era il rischio. Il direttore sfoglia alle sue spalle immagini della serata di gala dove i premi Nobel insigniscono con il premio IgNobel i vincitori; tra loro spicca la figura di una bambina, Miss Sweetypoo, che ha il privilegio di poter bloccare i discorsi degli scienziati appena si annoia.

In veterinaria sono stati premiati Peter Rowlinson e Catherine Douglas della Newcastle University. La scienziata, neo–mamma, appare sullo schermo in un’immagine con uno sfondo di una verdissima campagna, in braccio tiene la sua bambina e una mucca all’orizzonte. La Douglas, attraverso uno studio approfondito, ha scoperto che le mucche che hanno un nome producono più latte delle mucche senza identità-

Per la chimica Javier Morales, Miguel Apatiga e Victor M. Castan, accademici messicani della Universidad Nacional Autonoma de Mexico, hanno scoperto come creare dei diamanti dal vetro; nelle foto della premiazione si vede come i tre professori abbiano tentato di corrompere Miss Sweetypoo regalandole un sombrero; ma lei impassibile, li ha costretti a fermare il loro noioso sproloquio sulle speciali proprietà del vetro della tequila.

Tre fisici americani - Katherine K. Whitcome della University of Cincinnati, Daniel E. Lieberman da Harvard e Liza J. Shapiro della University of Texas - hanno dimostrato la ragione per cui le donne incinte non cadono. L’osso inferiore della colonna vertebrale è differente nei due sessi: nella donna è più sporgente, e unita al pancione, le impedisce di piegarsi, mantenendo l’equilibrio. Al contrario se un uomo rimanesse incinto, si piegherebbe costantemente.

L’invenzione più stravagante, opera degli americani Elena N. Bodnar, Raphael C. Lee e Sandra Marijan è un reggiseno che nelle sue due coppe nasconde due maschere antigas. I tre inventori hanno ricevuto il riconoscimento nel campo della Salute Pubblica.

Per la Biologia Fumiaki Taguchi, Song Guofu e Zhang Guanglei dell’Università Kitasato di Sagamihara in Giappone hanno scoperto che i batteri delle feci dei panda giganti sono invincibili sterminatori di rifiuti.

Lo show prosegue con la presentazione di due premi IgNobel: la dottoressa Johanna Van Bronswijk, perito degli acari, creature con cui a nostra insaputa passiamo la maggior parte della nostra esistenza, e Dan Mayer, co-autore dello studio “L’arte di ingoiare spade e i suoi effetti collaterali”. Prima che i due scienziati illustrino i loro studi, Marc Abrahams invita due ingegneri genovesi sul palco, la loro funzione è simile a quella di Miss Sweetypoo: ogni cinque minuti dovranno scandire il tempo contro il leggio.

La dottoressa Van Bronswijk è malinconica, ha nostalgia dei suoi acari, che ora si sentiranno soli, nella sua casa vuota: “Noi nord europei a differenza di voi italiani passiamo molto tempo nelle nostre case insieme ai nostri amici acari. La natura è in casa nostra; l’habitat preferito sono i letti e i sofà, ricchi di polvere”. Sullo schermo della sala del Maggior Consiglio compaiono disegni di una marcia di acari: “L’esercito di batteri a guardarlo in marcia può apparire minaccioso, ma in realtà gli acari tendono sempre a allontanarsi dall’uomo. Per esempio appena ci appoggiamo su un letto, loro gentilmente si spostano perché non amano le temperature alte”.

Dan Majer, uno dei più grandi mangiatori di spade del mondo, ci ha messo quattro anni prima di riuscire a farsi scendere una lama in gola. Per la prima volta su una rivista scientifica è apparso un articolo su questa rischiosa e sadica disciplina. “L’endoscopio usato per scopi medici, inventato alla fine del XIX secolo dimostra che introdurre oggetti nel proprio esofago è possibile. Ci vogliono dai tre ai sette anni per ingoiare una spada. La lama più lunga mai ingoiata è di 67 cm. Solo cinque persone al mondo hanno ingoiato più di cinque lame contemporaneamente; il mio record è di otto, ora sto lavorando per dieci”.

Genova, 24 ottobre 2009

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