Festival della Scienza

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Amaro è meglio: le lezioni di vita di Michael Huffman

Il ricercatore e giornalista della rivista “GEO” Marco Ferrari ha definito Michael Huffman un «girovago della zoologia». Venerdì 30 ottobre, in occasione del Festival della Scienza, il primatologo Huffman ha tenuto nella Sala del Minor Consiglio di Palazzo Ducale una Lectio magistralis sul tema Amaro è meglio e altre lezioni di vita. L’evoluzione dell’automedicazione negli animali e nell’uomo.

«Curiosità e voglia di scoprire sono le parole che meglio descrivono gli studi di Huffman», ha spiegato Ferrari. «La sua attività di ricerca è nata quando aveva solo due anni: sua mamma gli aveva regalato una scimmia di peluche di nome Curious George». Huffman studia le piante e gli animali (in particolare le scimmie antropomorfe), che sono in coevoluzione: «le difese delle piante vengono sfruttate da animali che non hanno un comportamento stereotipato».

Come riescono gli animali a sopravvivere dopo essersi ammalati? E come si mantengono in buona salute? Huffman ha notato che alcune specie animali inghiottono le foglie delle piante. Questa osservazione ha dato inizio a studi davvero affascinanti: «ogni giorno le piante vengono attaccate da parassiti e da animali. Per difendere le proprie radici, quindi, creano sotto le foglie delle barriere che le fanno diventare poco digeribili per gli insetti. Si tratta di una sorta di “armatura”».

Gli animali cercano di evitare il contatto con tutto ciò che li fa stare male e hanno trovato dei metodi per mantenersi in buona salute: «ho compiuto una ricerca durata venticinque anni sui primati che vivono in Tanzania e ho scoperto che gli scimpanzé malati guariscono completamente mangiando una foglia che uccide i parassiti. Il midollo amaro di queste foglie è un’ottima cura per loro. Ma come hanno scoperto le scimmie questo automedicamento? Forse è un metodo trasmesso da generazioni di scimpanzé, che hanno mangiato le foglie in un momento di carestia e sono sopravvissuti».

In Tanzania, gli abitanti del villaggio hanno imitato le scimmie e hanno scoperto che le piante fanno guarire anche loro: «forse un giorno dovremo la nostra vita a farmaci scoperti dagli scimpanzé», ha commentato Huffman.
Lo studioso ha dimostrato inoltre che il dosaggio del medicamento assunto dagli animali per guarire è uguale a quello assunto dall’essere umano: a cosa è dovuta questa similitudine sia nel comportamento che nella guarigione? Secondo Huffman «la spiegazione è sia genetica che culturale».

Genova, 30 ottobre 2009

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